La vita di Marco è un continuo oscillare tra la realtà e la finzione. Lavora come tecnico del televideo, una strada stretta e interamente illuminata dai neon che si stendeva tra le gru della produzione televisiva e gli studi, fuggendo dalla sua identità di drone molto fedele e ubbidiente. Il peso della “gestione” di questo moderno ussaro da operazione “normalità” e televisiva, e che incatenava le retrostanti alla sua funzione cieca, incomincia a opprimere sul suo animo.

Innamoratosi di Francesca, un’abile giornalista sensibile a tutto ciò che gli circondava ma soprattutto a ciò che non gli appariva con chiarezza, ne stringe presto i legami di natura matrimoniale. La loro vita comune che spera di far trionfare l’amore e del vedere infranso il meccanismo del televideo, finisce con la morte del giovane, per mano incerta, alla ricerca di una giustificazione utilizzabile.

Nel mondo fondato sulla menzogna questo solo libro giunge finalmente non solo a chiamare alle armi l’informazione sensata a cambiare radicalmente questa cupidigia d’ogni volta strumentalizzata.