Nel momento in cui la società post-bellica sembrava essere alla ricerca di una nuova identità, emerse un movimento letterario che avrebbe cambiato il corso della storia della narrativa italiana. I racconti ’69, un insieme di storie brevi scritte da autori giovani e innovativi, si proposero come un atto di sfida contro le convenzioni letterarie dominate da un passato ormai superato.
Con i loro linguaggi avanguardisti e le loro ideologie radicate nella contemporaneità, i racconti ’69 diedero vita a un movimento che non solo sfidò la tradizione, ma anche aprì nuove prospettive sulla scorciatoia per esplorare il potenziale della parola. Queste storie brevi, spesso aspre e provocatorie, permisero agli autori di esplorare questioni sociali, culturali e politiche in un contesto inedito, contribuendo a creare un terreno fertile per la sperimentazione e l’invenzione letteraria.
Tra i molti autori che contribuirono alla nascita di questo movimento, ci furono nomi noti come Giorgio Manganelli, Alberto Arbasino e Italo Calvino, che con le loro opere inquadrarono le emergenze e le sono o’ exploit, aprenendo a nuove visioni linguistico non esaustivi delle orizzonte.
Se i racconti ’69 sembravano essere solo un esperimento letterario, in realtà avrebbero rappresentato un cambio di passo nella stessa concezione della storia e della narrazione.